Ecco una delle domande più gettonate fra i clienti che scelgono di provare la Riflessologia Plantare: “Più o meno quanti trattamenti ci vogliono? Quanti ne dovrei fare?".
Se a questa domanda non hai la più pallida idea di cosa rispondere e soprattutto non sai bene il perché di una certa risposta, in questo articolo voglio darti alcune indicazioni che ti aiuteranno ad essere il più chiaro possibile col tuo cliente.
L'immancabile domanda: quanti trattamenti?
Presto o tardi, quel momento arriva per tutti gli operatori Riflessologi…
Il fatidico momento in cui il cliente chiede: "Quante volte devo venire?”.
Quando un cliente ti fa questa domanda si trova combattuto tra la speranza di risolvere al più presto la sua problematica e il capire se frequentarti più o meno a lungo rientra nelle sue disponibilità di tempo… ma soprattutto economiche!
Apriti cielo!
Forse ti sei trovato spiazzato e hai abbozzato riposte standard tipo “… mah… vediamo… adesso iniziamo con tre trattamenti… ti consiglio di farne almeno tre o quattro… facciamone dieci o dodici…”.
Cosa rispondere allora?
I fattori che incidono sul numero di trattamenti
Come sai la velocità dei processi di guarigione dipende sempre dalla situazione specifica di ogni persona.
Fattori che influiscono sono il tipo, la durata e la profondità del disequilibrio, la quantità di tossine che il cliente ha accumulato nel corpo, la sua capacità recettiva e reattiva, la sua disposizione interna a guarire o meno.
Iniziamo col dire che nei casi acuti i processi di rigenerazione possono essere più veloci, e prima vengono affrontati più breve sarà il percorso.
Se la persona è in buona forma fisica e si rivolge a te per esempio per una contrattura, una sciatalgia, un'indigestione, un mal di testa occasionale, una stipsi moderata, di solito non necessiterà di molti trattamenti.
In questi casi da uno a tre trattamenti saranno in genere sufficienti per dare sollievo a quella condizione specifica. Uno o due trattamenti “in più” sono sempre indicati per consolidare il risultato.
In situazioni di cronicità invece il percorso riflessologico di solito è più lungo e bisogna avere pazienza e costanza.
Quando avrai a che fare con persone davvero cariche di ogni tipo e grado di disequilibrio è chiaro che ciò che è stato disarmonizzato in anni non può essere risolto in pochi giorni!
Se, come auspicabile, il tuo e loro obbiettivo è quello di risolvere in modo globale il disequilibrio, puoi star certo che nel 90% dei casi dovrai partire da una base di almeno dieci trattamenti.
Gli strumenti per stimare il numero di trattamenti
Discorso chiuso?
In realtà per dare una risposta che soddisfi le aspettative del tuo cliente devi saper delineare al meglio i tempi di miglioramento/recupero e stimare un numero di trattamenti iniziale, che poi andrà perfezionato lungo il percorso.
Ci sono due strumenti pratici su cui puoi basare questa stima.
Valutazione dell'energia vitale
Il primo strumento consiste nel valutare il quoziente di energia vitale della persona.
Per farlo ti basta “testare” la linea longitudinale immaginaria che sulla pianta di ciascun piede parte dal terzo dito e arriva fino al cuscinetto del tallone.
Lungo questa linea, a partire dall’alto, puoi verificare l’energia disponibile nei distretti organici ricompresi all’altezza del punto testato.
Il tuo dito affonda, avverti poca consistenza, e quando rilasci persiste l’impronta prodotta dalla pressione, con scarsa irrorazione sanguigna dei tessuti?
Significa che quel distretto è energeticamente scarico.
Se invece percepisci resistenza alla pressione e noti un facile e veloce ritorno dei tessuti con un repentino ritorno sanguigno, allora la zona è carica.
Maggiore è il numero e l’entità dei punti che trovi “scarichi”, più alto è il numero di trattamenti necessari. All’opposto, punti i cui tessuti mostrano vigore ed energia fanno ipotizzare un recupero più veloce.
In questo test dovrai mettere particolare attenzione al riflesso della zona renale, che è quello più indicativo dell’energia vitale complessiva disponibile nella persona.
Valutazione tattile
Il secondo strumento che ti permette di affinare la risposta da dare al cliente circa il numero di trattamenti necessari è la valutazione tattile.
Una volta che hai accertato le condizioni energetiche generali, in base al tipo e al grado di problematica che devi trattare, il riferimento più importante in assoluto che ti permette di fare una stima di quanti trattamenti occorreranno è la condizione dei singoli riflessi.
Questa abilità pratica è fondamentale e non è possibile sintetizzarla qui, non a caso è il grande argomento della masterclass Riflessologia Efficace.
Conclusioni
Viste le premesse puoi intuire che la risposta a quanti trattamenti fare non è mai univoca.
Non puoi stabilire a priori un numero preciso di trattamenti per risolvere le problematiche di ogni persona.
Devi tenere conto di tutti i fattori che influiscono sul processo di guarigione individuale, che sono variabili e mutevoli lungo il percorso.
Di fatto però i due strumenti pratici di cui ti ho parlato sono il punto di partenza per prevedere con grande attendibilità la durata di un percorso riflessologico efficace.
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