misura dell'intensità della risposta dolorosa

Quando si parla di Riflessologia Plantare uno degli argomenti più dibattuti riguarda la risposta dolorosa.

Quanto dolore deve suscitare la stimolazione dei riflessi affinché il trattamento sia efficace?

In questo articolo voglio fare alcune considerazioni per chiarire e ridimensionare il significato e l'importanza del dolore in Riflessologia Plantare.

Cos'è la risposta dolorosa in Riflessologia?

La risposta dolorosa non è altro che il "dolore riflesso", cioè un tipo di dolore che “viene fuori” solo quando fai una pressione mirata su un punto del piede.

Il dolore riflesso quindi non ha nulla a che vedere con disturbi di tipo muscolo-scheletrico, vascolare, neurologico o dermatologico nel piede… niente di tutto ciò.

Ad esempio, è un dolore diverso da quello provocato da infiammazioni di articolazioni, tendini, muscoli, infiammazioni ai nervi (come per esempio il neuroma di Morton).

Allo stesso modo è diverso dal dolore causato da cisti sinoviali, insufficienza venosa o arteriosa, infezioni della pelle o contusioni.

Anche perché in molti di questi casi il piede è già dolente di suo, nel suo normale uso, a prescindere dal contatto e dalla pressione fatta sui riflessi.

Il dolore riflesso invece è un dolore di cui la persona normalmente non è consapevole. Si presenta solo quando si fa pressione su un determinato punto del piede e sparisce quando si allenta.

Cosa più importante, la risposta dolorosa di un riflesso informa il riflessologo che l'organo o l'apparato corrispondente ha bisogno di aiuto!

La stimolazione riflessa deve dare dolore?

A questo proposito tra gli stessi riflessologi ci sono opinioni discordanti. C'è chi dice che non bisogna causare alcun tipo di “fastidio”, chi invece sostiene che più dolore si provoca, meglio è!

Nel primo caso il cliente potrebbe non sentire neanche il trattamento. Nel secondo potrebbe sentirsi sotto tortura… in entrambi i casi il rischio è che alla fine non metta letteralmente più piede nel tuo studio!

La verità come al solito sta nel mezzo… la Riflessologia deve provocare un'adeguata risposta dolorosa.

L'unico modo per evitare la risposta dolorosa è quello di non toccare un riflesso in disequilibrio!

Non devi mai dimenticare infatti che stai facendo un trattamento di Riflessologia, non un massaggio rilassante!

Eppure sono molti i riflessologi convinti che il cliente “non deve sentire” il trattamento!

Scusa se sono schietto, ma chi dice che la Riflessologia non deve essere assolutamente dolorosa, o ti fornisce di proposito informazioni incomplete e fuorvianti oppure non sa affatto in cosa consiste la vera Riflessologia!

Si tratta di una sciocchezza ed una beffa per la Riflessologia, che non fa altro che renderla molto poco professionale e molto meno efficace!

Il "divieto" di provocare dolore ha creato blocchi e paure negli Operatori portandoli ad usare solo manualità inappropriate.

La cosa divertente è che spesso questo limite viene posto da chi non conosce minimamente i principi pratici per lavorare in modo corretto col dolore.

Le opinioni sul dolore riflesso infatti sono più dettate dal personale rapporto con la “sofferenza fisica” e dall'apprensione che il dolore riflesso suscitato possa far disaffezionare il cliente dal lettino!

È proprio da questo approccio timoroso che nascono quegli ostacoli all'efficacia del trattamento che io chiamo i killer della Riflessologia… e del riflessologo!

Le divergenze, le incertezze e gli equivoci sul fatto che la Riflessologia Plantare non debba essere dolorosa (o che sia estremamente dolorosa) nascono quindi dal non conoscere e non saper gestire correttamente la manualità riflessologica!

Usare la risposta dolorosa in modo attento e rispettoso

La sensazione dolorosa non è semplice da definire perché non si può né toccare né vedere.

Certo, possiamo dire che come ogni dolore anche quello riflesso può essere pungente, tagliente, trafittivo come spine, bruciante, diffuso, sordo. Spesso sono proprio i nostri clienti a definirlo così.

Ma la descrizione della qualità del dolore non è da un punto di vista pratico l’informazione più importante. Per noi riflessologi, più del COME il cliente sente il dolore, è importante il QUANTO lo sente. La quantità di dolore ci dà una misura per valutare il grado di disequilibrio in quel riflesso.

Uno degli ostacoli all’efficacia del riflessologo è proprio non saper valutare in autonomia la quantità di dolore suscitato dalla stimolazione. Di norma infatti è il cliente a comunicare all’operatore la quantità di dolore sentito.

Saper gestire in modo efficace la risposta dolorosa significa quindi passare da una valutazione passiva ad una attiva del dolore. Che tradotto vuol dire che devi essere in grado di valutare l’intensità della risposta dolorosa senza l’aiutino del cliente!

A quel punto puoi lavorare in modo attento con il dolore, senza cercare di evitarlo.

Attenzione, non fraintendermi, non sto dicendo che devi trasformare i tuoi trattamenti in una tortura ed è importante che tu non lo faccia!

Se però pretendi di non causare alcun tipo di “fastidio”, non stai usando il pieno potenziale della Riflessologia! Trovare il giusto limite è il modo migliore per dirigere l'attenzione del corpo per auto-guarirsi.

Puoi fare il salto di qualità e diventare un RIFLESSOLOGO EFFICACE

Purtroppo sono davvero pochi gli Operatori che lavorano correttamente con la risposta riflessologica. Sembra che ci sia un timore generale ad utilizzare una manualità appropriata ed efficace e questo è un vero peccato perché fa un cattivo servizio alla Riflessologia, al riflessologo e al cliente.

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