Hai mai sentito parlare di Illice, Trillice e altri per indicare i nomi delle dita dei piedi?
In questo articolo, esploreremo l'origine misteriosa di questi nomi e chiariremo se hanno davvero un posto reale nella Riflessologia Plantare.
Il mistero dietro ai nomi delle dita dei piedi
Quando si parla di nomi delle dita dei piedi può capitare di imbattersi in termini quali Illice, Trillice, Pondulo e Mellino per indicare il secondo, terzo, quarto e quinto dito del piede…
(esistono anche altre varianti ma queste sono le più comuni)
Sono nomi divenuti popolari tra chi pratica la Riflessologia Plantare e altre discipline non convenzionali…
Forse li usi anche tu, magari pensando si tratti di termini ufficiali meno conosciuti dal grande pubblico e in uso prevalente tra gli addetti ai lavori.
In realtà devi sapere che…
Questi nomi hanno un’origine incerta, dubbia e non autenticata.
La storia di Maia e i nomi delle dita dei piedi
Ti sorprenderà sapere che questa nomenclatura è più frutto di fantasia che di realtà scientifica.
In pratica non esiste alcuna base scientifica che la supporti. Né nei testi medici né nei vocabolari ufficiali!
Sembra infatti che questi nomi siano stati concepiti come parte di una favoletta per fare addormentare i bambini chiamata Ultimo, il maialino!
Nel racconto, la bimba Maia si prodiga tutto il giorno a inventare i nomi da assegnare ai quattordici (più uno) maialini appena nati dalla scrofa Carolina.
Per l'appunto:
Mellino, Pondulo, Trillice, Illice… e Alluce!
Ma a seguire anche Pollice, Indice, Medio, Anulare, Mignolo… e poi Rosa, Viola, Bruno, Gialla, e infine Ultimo, il quindicesimo maialino arrivato a sorpresa!
Nomi delle dita dei piedi: la nomenclatura ufficiale
Come è facile immaginare, nella nomenclatura anatomica ufficiale non esiste alcuna traccia della fantasiosa inventiva di Maia!
La spiegazione dietro queste denominazioni per identificare le dita dei piedi risale quindi a una storia per bambini, e nonostante abbiano trovato spazio tra alcuni praticanti e allievi, nella terminologia ufficiale prevale l'uso dei numeri romani.
A oggi infatti, i nomi universalmente riconosciuti sono: I dito, II dito, III dito, IV dito e V dito del piede, a cui si aggiungono i nomi alluce e dito minimo del piede, rispettivamente per il primo e il secondo dito.
Questi sono i nomi che trovi nei libri di anatomia e nessun altro nome, proprio perché privo di un'appropriata validazione storica o medica, è mai entrato nella terminologia scientifica.
Dunque… mistero svelato!
Limiti e contesti dei nomi delle dita dei piedi
Certo, nessuno ti vieta di usare queste etichette fantasiose se ti piace…
L'uso di termini fantasiosi come Illice, Trillice, Pondulo e Mellino può avere un impatto positivo quando cerchi di coinvolgere un pubblico più giovane o anche nell'ambito di sessioni educative informali.
Ad esempio, questi nomi, proprio per la loro natura creativa e immaginativa, possono essere utili per creare un'atmosfera più rilassata e interattiva specialmente con i bambini.
Ma come operatore di Riflessologia Plantare, dovresti circoscriverne l'uso a contesti informali e ricreativi, proprio perché non rappresentano una terminologia accettata o riconosciuta ufficialmente nella pratica professionale.
Quando hai a che fare con l'insegnamento formale o quando interagisci con clienti o allievi, è preferibile usare la terminologia basata sui numeri romani.
Se usi termini non standardizzati, potresti generare confusione o malintesi, minando perfino la tua credibilità di Riflessologo!
La priorità quindi rimane instaurare una comunicazione chiara e accurata, soprattutto in ambienti dove la precisione e la formalità sono richieste.
In sintesi, mentre l'uso di nomi fantasiosi può essere accattivante e divertente in determinati contesti, come professionista della Riflessologia è importante che tu sappia distinguere quando è opportuno adottarli e quando è preferibile attingere alla terminologia scientifica ufficiale per mantenere standard professionali e comunicativi appropriati.
Quindi.. qual è il ruolo dei nomi delle dita dei piedi in Riflessologia?
Per inciso, io non sono certo un fanatico delle convenzioni e delle "ufficialità"!
Se ti ho parlato di questo curioso argomento, è solo per amor di cronaca, senza alcuna ossessione verso dettagli puramente accademici o formali.
Infatti, per quanto possa apparirti strano, non è per nulla prioritario che tu conosca come un esperto anatomista i nomi delle dita e delle altre strutture del piede…
Nella pratica della Riflessologia, l'accento deve concentrarsi sull'efficacia e sull'applicazione pratica piuttosto che sulla mera conoscenza nominale delle strutture anatomiche.
A prescindere dai termini, se vuoi diventare un professionista di successo in questo campo, è più importante che tu sappia come mettere mano a quelle strutture!
In definitiva, il tuo successo come Riflessologo è fortemente correlato alla tua capacità di applicare con maestria le manualità per offrire trattamenti mirati e personalizzati.
Questo richiede una combinazione di competenza tecnica, sensibilità e comprensione dell'individuo che va al di là del semplice sapere nominare le strutture anatomiche ed è ciò che differenzia un ottimo Riflessologo.
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